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domenica 26 maggio 2013

Walter Albini

Walter Albini


Walter Albini, rivoluziona il concetto stesso di stilista, non più chiuso dentro ad una fabbrica ma libero professionista in grado di unire le singole aziende specializzate per arrivare ad una sola collezione.
Sviluppa il concetto di due linee separate, una molto cara di vetrina e una seconda meno cara più commerciale e destinata a supportare economicamente il prezzo della prima.
Inoltre Albini ha dato vita ad un'ambiguità di fondo che ancora oggi supporta il pret-à-porter, lo stile di esso cerca di misurarsi con l'alta moda senza però essere esclusivo.
Albini in un intervista al "Women's Wear Daily" del 24 novembre 1973 dice, infatti, di odiare l'alta moda in quanto ormai non ci siano più novità e dicendo che il cambiamento è nel taglio del pret-à-porter.
Albini è uno stilista innovativo che riesce a modificare le sue collezioni e se stesso in base alle sue creazioni, vive in simbiosi con la sua arte, non lasciando niente al caso, persino la sua casa cambia in contemporanea con il nuovo stile proposto da Albini.
Nelle sue collezioni nulla è assolutamente casuale, le  pettinature come gli accessori seguono una linea comune definite sia dal disegno che dalla scrittura che serve a identificare ancor più precisamente l’immagine della collezione.
Fondamentale nel total look di Albini è anche la progettazione  del tessuto e il disegno di stampa sempre dal lui creato.
Walter Albini è stato sicuramente un creativo, uno stilista ed uno stratega che è riuscito perfettamente a fondere la parte imprenditoriale e quella creativa, due caratteristiche così diverse da essere difficilmente presenti in una sola persona.





Viola Papaleo

martedì 21 maggio 2013

Museo Salvatore Ferragamo

Il museo di Salvatore Ferragamo di Firenze è uno dei luoghi dove maggiormente si può conoscere la grande capacità artisitca dell' artista italiano. Inaugurato nel 1995 a Palazzo Spini Feroni,
il museo in un momento storico particolare, per gli ottanta anni di vita dell'azienda in italia.
Il museo ospita circa 13.000 calzature dagli anni '20 ad oggi,  fotografie, documenti della famiglia Ferragamo e sue creazioni. Nato nel 1898, Salvatore Ferragamo  inizia giovanissimo la sua carriera, poichè nel 1914 parte per gli Stati Uniti e torna a Firenze dopo circa 25 anni con il soprannome di "calzolaio delle dive". Collabora con donne dello spettacolo come Audrey Hepburn, Marylin Monroe, Wim wenders fino ad arrivare alla Duchessa di Windsor.
Il grande successo di Salvatore Ferragamo, che ha cambiato gran parte del mondo della moda nel XX secolo, si è basato sulla sua varietà di materiali, da quelli poveri a quelli più lussuosi; sull'uso dei colori accesi e dall'astuzia nel creare calzature più comode e che rispecchiassero l'esigenze delle donne del secolo.
Fino al XIX secolo  la grande maggioranza delle calzature erano marroni o nere, scarpe e stivali colorati erano prerogativa dei potenti; Ferragamo intervenne con la sua creatività, in un secolo dove il piede era più che una semplice parte del corpo, era l'epicentro da cui si esprimeva la sessualità e il dominio, come la creazione dei suoi tacchi alti degli anni Trenta.
Fin dall'inizio l'obbiettivo del museo è sempre stato quello di organizzare eventi, progetti e mostre. Ancora oggi è uno degli spazi più visitati e affascinanti dove si ritrova l'arte di Ferragamo e le sue creazioni, alcune delle quali nonostante siano di decenni di anni fa, possono essere ancora indossate.
Alberti Elisa 

domenica 12 maggio 2013

Report Museo del Costume - Palazzo Pitti


Museo del Costume

La galleria del costume è stata fondata nel 1983 sotto la direzione di Kristen Aschengreen Piacenti e contiene una collezione che, compresi gli oggetti in deposito, arriva a più di 6000 manufatti, fra abiti antichi (i più vecchi risalgono al XVI secolo), accessori, costumi teatrali e cinematografici di grande rilevanza documentaria. È anche l'unico museo italiano a tracciare una storia dettagliata delle mode che si sono susseguite, grazie anche alla presenza di numerosi esemplari prestigiosi di celeberrimi stilisti italiani e stranieri come Valentino, Giorgio Armani, Gianni Versace, Emilio Pucci, Ottavio Missoni, Yves Saint Laurent, eccetera.La maggior parte degli esemplari proviene da donazioni pubbliche e private, a volte con la cessione di interi guardaroba di personaggi celebri, di grandissima rilevanza storica oltre che estetica. Sono pervenuti così gli abiti della nobildonna siciliana Franca Fiorio, o quello di Eleonora Duse. Notevole è anche la collezione di costumi teatrali raccolta da Umberto Tirelli, fondatore di un'importante sartoria specializzata in questo settore. La collezione completa comprende oltre seimila pezzi dal XVI secolo ad oggi che vengono periodicamente turnati nell'esposizione vista la delicatezza degli oggetti.
Tutta la visita però la valgono 3 abiti, o per meglio dire resti di abiti, ossia i vestiti funebri indossati dal Granduca Cosimo I, da sua moglie Eleonora di Toledo e dal loro figlio Don Garzia deceduto in tenera età per via della malaria. E' assolutamente incredibile il lavoro fatto dai restauratori per recuperare questi abiti. Sono abiti del 1500.


Report Museo Gucci


Gucci Museo
Il Museo Gucci si trova a Firenze dove la storia di questo marchio è cominciata. Guccio Gucci ha fondato l’azienda nel 1921 insieme al primo negozio. È stato progettato dal direttore creativo di Gucci, Frida Giannino.
Il percorso è diviso in sette sale, attraverso i tre diversi piani dell’edificio:
- il viaggio;
- mondo flora;
- borsetteria;
- evening;
- logomania;
- lifestyle;
- mocassino 1953.
Mi sono piaciute molto le foto trovate all’interno del percorso spostandomi tra i diversi piani, raffiguranti momenti decisivi della storia del marchio e le innumerevoli figure di spicco che apprezzavano i lavori di Guccio Gucci.
Nel periodo in cui ho visitato il museo ho trovato all’interno anche una mostra temporanea della fotografa Cindy Sherman, che ho molto apprezzato e discusso con una mia compagna di corso.
Attraverso la visita ho percepito molto di più il lavoro e i grandi sacrifici e successi avvenuti durante questi anni sin dalla nascita di Gucci.

Report Museo Stibbert


Museo Stibbert
Il museo Stibbert è stato creato da Frederick Stibbert, nato a Firenze ma educato in Inghilterra. Ha dedicato la sua vita alla collezione che ora si trova nel museo che fu aperto al pubblico nel 1908. Esso è noto soprattutto per la sua famosa armeria che comprende oggetti dei secoli XV – XIX europei, medio-orientali e giapponesi, allestiti secondo il gusto ottocentesco. All’interno possiamo trovare pezzi appartenenti all’armeria europea, all’armeria giapponese, all’armeria medio-orientale; e quadri, costumi, ceramiche e porcellane di suddetti periodi e aree geografiche.
Durante la mia visita ho molto apprezzato la collezione di quadri nella “Sala della Malachite”, presenti molti ritratti e bellissimi arazzi. Mi ha incuriosito molto il modo in cui è arredata questa casa-museo, con il cuoio ricamato del 1600 che ricopriva le pareti, l’influenza orientale anche nei dettagli più piccoli e la cura dei dettagli anche nelle camere da letto.
Non sono riuscita a ammirare e capire del tutto la collezione di armature, anche per l’immane quantità di dettagli che erano presenti su ogni singola parte di esse.
Al di là di tutto, un bell’esempio di casa-museo con una bellissima collezione che rimarrà per Firenze come altro motivo di vanto.

Galleria del Costume


La Galleria del costume, fondata nel 1983 da Kirsten Aschengreen, si trova all'interno di Palazzo Pitti e raccoglie una serie di costumi storici realizzati a partire dagli inizi de XVII secolo fino fino ai primi anni del XX secolo.
Si suddivide in 13 sale, con raccolte di abiti, accessori, costumi teatrali e cinematografici presentati in ordine cronologico di tempo. Vi sono pezzi bellismi realizzati da noti stilisti come Valentino, Giorgio Armani, Pucci, Versace, Missoni, Yves Saint Laurent, ecc..., e alcuni abiti arrivano anche da guardaroba di personoggi celebri (tra cui Eleonora Duse).
All'interno della Galleria possiamo trovare anche pezzi importantissimi come i vestiti funebri restaurati di Cosimo I de' Medici, la moglie Eleonora di Toledo e il figlio don Garzia.
Per quanto riguarda l'arredamento, si tratta di uno stile molto accogliente, ovvero un insieme di mobili pregiati e pareti decorate con tessuti, che rendono l'interno della galleria molto soffisticato.
E' curioso sapere che gli abiti proposti vengono sostituiti ogni 2 anni con lo scopo di riuscire a mantenere l'integrità delle stoffe pregiate, e inoltre i capi vengono esposti all'interno delle vetrine in cui c'è una continua circolazione d'aria che fa si che non si depositi della polvere sulle stoffe. Inoltre per l'esposizione degli abiti vengono utilizzati diversi tipi di manichini, in base alla tipologia dell' abito e in base all'epoca in cui veniva indossato.
Nell'esposizione troviamo l'evoluzione della moda raccontata attraverso abiti, come classici costumi femminili e maschili del XVII secolo, abiti dell'800, e infine gli abiti dei primi anni venti del XX secolo. 

Museo di Antropologia


Fondato nel 1922 come primo museo italiano dedicato all'antropologia, il museo viene oggi gestito dall'Università di Firenze.
Inizialmente il museo era dedicato solamente a materiali raccolti nelle prime esplorazioni italiane e straniere ma pian piano si arricchì anche di collezioni di tipo etnografico e anatomico-osteologico. Si suddivide in 32 sale, disposte su due piani e sezioni, dedicati a reperti appartenenti a varie culture, tra cui le culture africane, asiatiche, sudamericane, ecc...
La collezione etnologica raccoglie un insieme di oggetti provenienti dalle raccolte dei Medici e oggetti provenienti da paesi esteri come Papuasia, Lapponia, Perù, Kafir.
La collezione antropologica invece, comprende scheletri umani di varie epoche, inoltre ci sono una gipsoteca, e una vasta serie di calchi di busti e maschere rilevate su esseri umani.
All'interno del museo possiamo trovare anche una collezione di reperti fotografici tra cui fotografie che raccontano numerosi viaggi e fotografie di soggetto antropologico.
Oltre a questa vasta collezione, vi sono strumenti come altimetri e compassi, risalenti a fine '800, che venivano utilizzati nei laboratori antropometrici. 

Museo Gucci



Situato in Piazza della Signoria a Firenze, il museo è stato inaugurato nel 2011 in occasione dei 90 anni dalla nascita della casa di moda Gucci.
Il museo è suddiviso in tre piani e sale a tema in cui viene raccontato un pezzo della storia del costume, ovvero tutta la storia e l'evoluzione del marchio, ci sono quindi la Sala Viaggio, la Sala Borse, la Sala Evening, e la Logomania.
Nella Sala Viaggio vi sono le prime realizzazioni di valigie, bauli, articoli e accessori vari per viaggiare, rigorosamente fatti a mano e made in Florence. Si parla di artigianato curato nei minimi dettagli, pellami e impunture scelti con molta cura e precisioni che diventano il punto di forza del marchio.

Nella Sala Borse sono esposti pezzi storici della griffe molto ricercati ancora oggi. Borse come la Jackie e la Bamboo bag diventano alcune delle principali icone di stile del mondo Gucci
Nella Sala Logomania si racconta tutta la storia del logo Guccio Gucci rappresentato dalla doppia G e raffigurato su centinaia di modelli.
La Sala Evening invece, è un area dedicata a ospitare abiti storici indossati da celebrities del mondo della moda e del cinema.

Museo Ferragamo




Inaugurato nel 1995 dalla famiglia Ferragamo, il museo si trova all'interno di Palazzo Spini Feroni in piazza Santa Trinita, ovvero la sede del laboratorio artiginale dove Salvatore Ferragamo creò e produsse tra il 1920 e il 1960 calzature e articoli in pelle che lo hanno reso celebre a livello mondiale.
Tutto inizia dall'adolescenza di Salvatore, dimostrava già una grande passione per le scarpe, a soli 11 anni divenne apprendista presso un calzolaio a Napoli mentre a 13 anni lavorava già in proprio presso il suo negozio.
Già a 14 anni si trasferisce in america per continuare a sviluppare la propria attività, e con il passare del tempo inaugura altre botteghe facendosi riconoscere dalla clientela americana.
Infatti nel 1923, si sposta a Hollywood, decide di seguire l'industria del cinema diventando così il calzolaio delle star. Da qui in avanti Ferragamo sarà riconosciuto in tutto il mondo, grazie alle sue scarpe concepite come forme d'arte.
All'interno del museo, possiamo quindi trovare, una vasta collezione di calzature che documenta tutto il percorso storico di Ferragamo, inoltre sono esposte scarpe realizzate anche dopo la sua morte fino ai giorni d'oggi.
Vi sono in tutto circa 10mila modelli, accompagnati da un archivio di filmati, abiti, accessori e fotografie.

Museo Stibbert


                                                      

Il museo fondato nel '800 da Frederick Stibbert, si propone come una sorta di casa-museo, e raccoglie al suo interno una vasta e preziosa raccolta di antiche armi e costumi.
Si tratta di una collezione raccolta durante il percorso della vita di F. Stibbert (1838-1906), dove vi sono principalmente una serie di armature provenienti da tutto il mondo.
Il museo comprende più di 60 sale, tra cui la sala della Cavalcata e la sala Giapponese, per un totale di 50.000 pezzi dalla fine del 1400 fino al primo impero.

Nella sala della Cavalcata possiamo trovare in esposizione cavalieri europei e islamici a grandezza naturale.
Nella sala Giapponese invece viene custodita la più grande collezione giapponese, fuori dal Giappone, con una serie di katana e armature appartenute agli ultimi samurai acquistate sul finire dell'Ottocento.
Oltre a questi pezzi vi sono inoltre una serie di dipinti, realizzati da artisti come Sandro Botticelli, Luca Giordano, Pietro Lorenzetti, ecc...
La villa è caratterizzata anche da particolari pezzi di arredamento, come vetrine, tavoli, e cassoni risalenti al '400 e al '700.
A completare il tutto sono le tappezzerie in cuoio, che danno un aria molto originale all'interno della villa.
Al di fuori della “casa-museo” possiamo trovare un grande parco all'inglese con fontane e sculture, statue in terracotta e un piccolo laghetto con un tempio stile neo-egizio.



Report Museo Stibbert (Elena Margheri)


Report Museo Stibbert
Il museo Stibbert ospita una raccolta delle armi ed ha origine dalla passione per la storia del costume civile e militare che il suo fondatore, Frederick Stibbert (1838 – 1906), manifestò fino dagli anni della gioventù. La posizione di privilegio del nonno, il generale Giles Stibbert, comandante delle forze della Compagnia delle Indie in Bengala, gli consentì un veloce arricchimento. Grazie alla notevole ricchezza della famiglia, è riuscito ad acquistare una grande quantità di armature, tali da creare un museo totalmente unico.
Stibbert curava molto l’allestimento delle sue collezioni, che prevedevano il montaggio delle armature su manichini in cartapesta e gesso, spesso su cavalli. Stibbert era attratto indistintamente da armi europee, orientali e giapponesi, per le quali spendeva cifre consistenti.
La Sala della Cavalcata islamica è quella che mi ha suscitato più interesse per quanto le armature fossero più elaborate e caratteristiche. In questa sala era esposta la cavalcata islamica formata da guerrieri armati persiani ed indiani. Tra i cavalieri spiccano figure come la figura di un maharajah indiano e di un guerriero, il cui animale è protetto da una barda di cartapesta laccata e dorata. Un guerriero a piedi indossa un’armatura di struttura lamellare mentre un altro porta un prezioso abito militare rinforzato da chiodi ribattuti, detto zimarra dei mille chiodi. I guerrieri persiani mostrano un armamento in maglia di ferro rinforzato da una protezione del busto e presentano parti dorate molto                                                                           raffinate (vedi foto). Il museo è circondato da uno splendido giardino con alberi ad alto fusto e un laghetto col tempio in stile antico Egitto.


Report Museo Antropologico (Elena Margheri)


Report Museo Antropologico
Il Museo fu fondato nel 1869 dal grande scienziato Paolo Mantegazza, che a Firenze ricoprì la prima cattedra di Antropologia in un'Università italiana. Gli antropologi che operarono in Europa tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, si dedicarono in modo particolare allo studio del corpo umano nelle sue caratteristiche fisiche, analizzandone a morfologia  le proporzioni, con lo scopo di studiare l’uomo da un punto di vista naturalistico. In quel tempo raccoglievano le informazioni su numerose caratteristiche fisiche di uomini e donne appartenenti a popoli diversi: la loro statura, la forma del naso, l’indice cefalico, il grado di pigmentazione della pelle e il colore degli occhi e dei capelli. Con la nascita della fotografia diventò possibile ottenere l’immagine reale di persone appartenenti a popoli lontani e difficili da raggiungere. Mantegazza fu un pioniere, ritrasse molte persone appartenenti alle popolazioni native dei paesi mete dei suoi viaggi, tra cui Lapponia ed India, in queste immagini i soggetti sono ripresi di fronte e di profilo, secondo un protocollo finalizzato a consentire una corretta valutazione delle caratteristiche. Alcuni antropologici ed etnologi introdussero la pratica di realizzare calchi facciali, considerandoli un mezzo di documentazione ancora più accurato dell’immagine fotografica. La realizzazione delle maschere facciali era semplice. Il soggetto veniva sdraiato per terra e si procedeva alla colata di gesso sul volto. Si otteneva un calco facciale in “negativo” che serviva poi da stampo. Era un po’ fastidiosa in quanto i calco impediva la normale respirazione, a volte prima della colata venivano applicati dei tubicini nel naso per evitare l’apnea. La sofferenza è evidente nelle espressione delle maschere con le facce tirate in smorfie.

Report Museo Gucci (Elena Margheri)


Report Museo di Gucci
Nel centro di Firenze, in Piazza della Signoria, è stato aperto nel settembre 2011 il Museo Gucci, in occasione dei 90 anni dalla nascita del marchio a Firenze. È stato progettato dal Direttore Creativo di Gucci, Frida Giannini, ed è suddiviso in sale a tema ispirate ai motivi iconici e ai simboli della maison fiorentina. Come la "Sala Viaggio", con l'esposizione di bauli, valigie e accessori, la "Sala Borse" con l'evoluzione dei modelli storici del marchio Gucci, divenuti dei veri e propri oggetti di culto ancora oggi ricercatissimi, "Logomania", spazio che ripercorre l'evoluzione del monogramma della doppia G e la Sala Evening, con i preziosi vestiti indossati da attrici. Guccio Gucci fin di primi tempi offre dei prodotti che riflettono ogni momento della vita quotidiana. Nella sala del Viaggio è raccontata tutta la storia di Guccio. I loghi principali di Guccio erano: il morsetto e la staffa del cavallo, ispirato al mondo equestre e la signature web verde-rosso-verde, ispirata al sottopancia della sella, che richiamano gli anni trascorsi lavorando all’Hotel Savoy di Londra, da cui ha assorbito il gusto raffinato della nobiltà inglese. Successivamente alla morte di Gucci Gucci, verso gli anni ’60, il simbolo più significativo per Gucci, saranno le iniziale dello stesso fondatore “GG”. Questo pattern monogramma diventa il simbolo di Gucci contemporaneo che si estende ad ogni borsa, valigia, piccola pelletteria e abbigliamento. 

Report Museo Salvatore Ferragamo (Elena Margheri)


Report museo Salvatore Ferragamo
Il museo di Salvatore Ferragamo è aperto dal il 1995 ed è stato creato dalla stessa famiglia con lo scopo di illustrare le capacità e le abilità di Salvatore. Numerose le star di Hollywood, come Marilyn Monroe, Greta Garbo e Audrey Hepburn, per le quali Salvatore Ferragamo ha realizzato modelli unici, divenuti calzature famose. Nello stesso momento il museo Ferragamo, qualche mese fa, ospitava una grande mostra la quale rendeva omaggio a Marilyn Monroe, dopo i suoi cinquant'anni dalla scomparsa. Purtroppo sono rimasta insoddisfatta dal museo di Ferragamo e le poche cose che mi hanno colpito sono state alcuni scatti fotografici di Marylin.

Breve storia della moda in Italia

L'esigenza di gonfiare le gonne probabilmente risale già intorno al 2000 a.c. come testimoniano alcune statuette che raffigurano donne di alta classe di quel periodo. Anche negli anni '60 del secolo scorso c'è stato un ritorno a questo tipo di gonne.
Passando però fra il Quattrocento ed il Cinquecento in Spagna venivano usati dai cerchi di vimini posti sotto le gonne per produrre l'effetto di tenere le gonne larghe alla base. Ma l'alterazione dell'aspetto esteriore incontrò parecchie resistenze, secondo un'inquisitore spagnolo queste contrastavano con l'opera di Dio, che era l'unico artefice delle fattezze umane. La stessa cosa accadde anche in Italia, perchè si andava a modificare le proporzioni del corpo umano offndendo così Dio.
Le signore bene spagnole e portoghesi riuscirono comunque a divulgare anche al resto d'Europa questo modo di vestirsi.
Solo fra il Seicento e Settecento,grazie a tessuti importati dall'India gli abiti acquistavano più grazia e leggerezza, diventando di più facile portabilità.
Agli inizi del XVIII secolo si passa anche a modificare sensibilmente le acconciature voluminose e al limite della portabilità, e alla fine di questo secolo si realizzano pettinature più semplici, pratiche e anche più pulite.
Alla fine di questo secolo fu adottato l'uso della crinolina, si tratta di una sottogonna fatta con il crine del cavallo, ammorbidita e resa impermeabile; ebbe una grande diffusione, sia tra la nobiltà che tra la borghesia.
Ai prime del 1900 la crinolona viene sostituita dalla faux cul, che gonfiava solo posteriormente le gonne migliorando solo il punto vita.

Gucci Museo

Guccio Gucci è stato un' imprenditore italiano, al rientro del suo viaggio a Londra, dove rimane affascinato dall'eleganza della nobiltà inglese, fondò nel 1921 a Firenze un'azienda artigianale di prodotti in pelle, con negozio di valigeria.
Negli anni '30 i suoi capolavori erano il souvenir d' Italia. Molti dei clienti italiani furono degli aristocratici con l' hobby dell'ippica, che spinsero Gucci a sviluppare la sua icona del morsetto.
Negli anni della dittatura in Italia, sperimenta materiali per il lusso, come canapa, lino e iuta. La Borsa Bamboo dal manico brunito dalle canne e dalla curvatura laterale ispirata alla forma della sella, è ancora oggi un prodotto ricercato e rimane il simbolo di Gucci.
Negli anni '50 Gucci trova ancora un'ispirazione nel mondo equestre, il nastro verde-rosso-verde ripreso dalla sottopancia della sella.
Con la scomparsa di Guccio Gucci nel 1953 i figli hanno ereditato l'attività.
I prodotti Gucci sono amati anche da star del cinema.
A metà degli anni '60, fu adottato il logo con le due G incrociate, il simbolo più significativo della storia di Gucci. Per la prima volta le iniziali del fondatore compaiono sulle chiusure delle borse con diverse interpretazioni, lavorate in oro e argento, su pelli, velluti e sete; con varianti GG tondo, GG diagonale e GG mignon.
Il marchio diventa famoso per la sua artigianalità italiana.
Nel 1977, la sua notorietà a Beverly Hills viene rinnovata grazie ad una Gucci Gallery privata, dove alcuni VIP privilegiati come Rita Hayworth e Michael Caine possono dare un'occhiata a borse da 10.000 dollari con catenella rimovibile in oro e diamanti o a copriletti in volpe platinata.
Nel 1981, Gucci organizza la sua prima sfilata di moda a Firenze.
Flora nasce dalla realizzazione dei quadri di Vittorio Accornero per il foulard della principessa Grace con un'illustrazione multicolore ricca di incanto e poesia, nove bouquet di fiori delle quattro stagioni.
Evrning, il reparto che più mi è piaciuto, dove troviamo le creazioni da sera di Gucci dedicati agli eventi più esclusivi della scena internazionale, fino a diventare protagonisti delle riviste di moda sono espressione di una sartorialità sapiente che associa vanità e movimento!

Sorelle Fontana

 

Nel secondo dopo guerra, il bisogno di riscatto è sentito anche nel campo della moda, ed è in questo periodo che acquisisce importanza il Made in Italy nel mondo, sopratutto quello d'autore che si diffonde tramite la produzione degli atelier. L'atelier delle Sorelle Fontana era uno di questi; la filosofia del loro stile si basava sul rapporto dell'abito con il corpo della persona che lo indossava, elemento oggi fondamentale per chi fa moda.
Le tre sorelle dopo anni di grande fatica e di completa dedizione al lavoro, sono riuscite a vestire le donne più celebri di quel periodo, dalle attrici fino alla nobiltà di quel periodo. Davano agli abiti da sera la seduzione, a quelli da sposa l'emozione e a quelli da giorno raffinata eleganza.
Nel 1994 grazie a Micol Fontana, viene creata la fondazione del marchio e l'atelier dove esporre i propri lavori e quelli delle sorelle. Con la fondazione Micol ha voluto fermare nel tempo una tradizione sartoriale femminile, così che questa potesse essere d'ispirazione per le mode future: la moda passata che è stata di così grande aiuto per la messa in commercio a livello mondiale del Made in Italy, è per noi un vero e proprio patrimonio culturale che ci fornisce gli strumenti per continuare su questa linea e cercare di valorizzare nuovamente il Made in Italy nel mondo. Molte componenti di questo patrimonio sono ancora oggi attuali, infatti osservando una vecchia foto di una star del cinema, possiamo notare come certi abiti facciano ancora la loro comparsa sulla scena della moda. Ricami, bottoni e tessuti di tutti i tipi e decorazioni tanto cari a star del calibro di Grace Kelly o Jacqueline Kennedy possono esser reperiti come accessori della moda attuale, probabilmente anche grazie alla sensibilità verso la moda passata che Micol Fontana ha cercato di diffondere.
La fondazione aveva quindi lo scopo di lasciare un segno nella storia perchè fosse di aiuto e ispirazione alle giovani leve della moda: dalla sua nascita si tengono continui incontri, seminari e corsi di formazione con scuole del settore.

Museo di storia naturale

 
L'Antropologia è la scienza che studia l'uomo sotto diversi punti di vista: sociale, culturale, morfologico, psico-evolutivo, artistico-espressivo, filosofico-religioso ed in genere dei suoi comportamenti all'interno di una società.
L'interesse verso l'Altro, inizia a svilupparsi nella prima metà del XV secolo, quando dall'Occidente partono le prime spedizioni verso le coste dell'Africa. Gli occidentali, una volta giunti in questo nuovo mondo tendevano ad appropriarsi degli oggetti caratteristici della cultura materiale delle popolazioni autoctone, e a recarli ai propri regnanti, poiché il numero detenuto di questi oggetti, definiti semiofori, era proporzionale al ruolo rivestito nella gerarchia dal possessore. Nel Seicento dall'interesse curioso verso questi oggetti, si passa ad un interesse scientifico, fino a giungere alla nascita dell'Antropologia come vera e propria disciplina nel XIX secolo.
In Italia uno dei più grandi antropologi fu Paolo Mantegazza, docente della cattedra di Antropologia dell'Università di Firenze e fondatore della Sezione di Antropologia del Museo di Storia Naturale di Firenze nel 1869. Il museo mantiene l'allestimento originale di Lamberto Loria per criterio geografico, cioè i vari oggetti sono esposti in vetrine divise per provenienza e tribù ; il museo quindi si rivela molto interessante visto le numerose culture che vi sono raggruppate. La stanza principale è dedicata ai nuovi studi che si diffondono parallelamente alla nascita dell'antropologia, come ad esempio la frenologia, che si occupava dello studio del cranio poiché si pensava che la forma influenzasse sulle capacità dell'individuo. Nelle stanze successive sono collezionati oggetti provenienti da famose spedizioni, a partire dalla terza spedizione del Capitano Cook nel 1779, sino all'ultima compiuta da Fosco Maraini nel 1939/41.
il museo si rivela affascinante perchè ci mette a stretto contatto con le altre culture lontane da noi; ma se ci soffermiamo ad osservare, notiamo che queste sono distanti da noi solo geograficamente. Mi sono accorta di come manufatti creati centinaia di anni fa a migliaia di chilometri da noi siano oggi più che di moda : bracciali e collane di perline, in osso e in metallo, contenitori, abiti, motivi decorativi e molto altro. Sono rimasta stupefatta osservando l'ingegno, la bravura e la parsimonia che quelli che fino a poco tempo fa venivano chiamati “Selvaggi” impiegavano nella realizzazione di tutti i manufatti, anche i più comuni come le frecce.


Galleria del Costume di Palazzo Pitti


Galleria del Costume di Palazzo Pitti








La galleria del costume di Palazzo Pitti è l’unico museo statale di moda, non casuale è questo aspetto, infatti la moda nasce a Firenze e di conseguenza il bisogno di raccontare questo percorso in modo da celebrarne l’importanza.
Il museo si prefigge il compito di variare le collezioni ogni due anni in modo da mostrare la varietà delle strutture e degli stili degli abiti della moda italiana.
Numerose sono le donazioni private e pubbliche di abiti che favoriscono l’aggiornamento di mostre sempre nuove.
In questo momento il museo contrappone abiti storici ad abiti odierni dimostrando quanto la moda sia ciclica e quanto siano importanti le nostre radici per creare cose sempre originali ed innovative.
Nella galleria troviamo oltre alla moltitudine di abiti una serie di accessori storici che catturano l’attenzione di chi li guarda come le borse sicuramente curiose per la loro attualità come quella ricavata da una noce.
Ma certamente ciò che cattura maggior mente l’occhio e l’interesse sono i vestiti originali utilizzati dal Granduca Cosimo I de’ Medici, dalla moglie Eleonora di Toledo e dal figlio Don Garzia in occasione delle cebrazioni funeraie.
Il museo è capace di far viaggiare con la fantasia chi lo visita, facendo sognare per lo sfarzo degli abiti e per la favolosa location.

Viola Papaleo

Museo Stibbert

Museo Stibbert





È molto difficile dire se Stibbert costruì una casa o un museo.
Frederick Stibbert ha dedicato la sua vita al collezionismo, utilizzando la sua casa come un vero e proprio museo dotato di scenografie e capace di suscitare nel visitatore un senso di stupore nei confronti della moltitudine di oggetti.
La collezione di armature è a dir poco impressionate come impressionanti sono i numerosi oggetti storici provenienti da ogni parte del Mondo.
La casa inoltre è suddivisa in due macro sezioni, la parte pubblica in cui spicca la Sala della Cavalcata in cui troviamo schierati in modo ordinato come un vero e proprio esercito una serie di cavalieri a grandezza naturale con armature islamiche ed europee di diversi periodi storici disposte in modo cronologico.
Mentre l’altra sezione racchiude la parte più privata ed intima del proprietario di casa,  cioè il suo appartamento.
Caratteristica la deliziosa stanza da fumo e la camera privata di Stibbert a cui è annesso il suo studio provato e la sua toillette, tra le prime del tempo.
Non saprei scegliere la cosa che maggior mente colpisce, ogni oggetto è suggestivo e tipico di un determinato momento.
Vetrina di oggetti occidentali ed orientali, Stibbert crea un luogo di scoperta per chi entra nella sua abitazione  che decise alla sua morte nel 1906 di lasciare alla città di Firenze in modo da costituirne un vero e proprio museo pubblico.



Viola Papaleo